Il lupo e l’agnello

Le modalità usate dal Sindaco con la collaborazione di tutta la Giunta Comunale, per annullare l’accordo triennale stipulato (anche) dal Comune di Siena nel novembre 2017, ha tutte le caratteristiche di una forzatura operata richiamandosi strumentalmente al contenuto di un comma dell’accordo che era stato messo lì per tutt’altri motivi. E’ utile ricordare che tale atto chiamato esplicitamente “accordo”, formalizzato da Magistrato, Consorzio e Comune ribadisce scrivendolo nero su bianco – semmai qualcuno nel frattempo se ne dimenticasse – che il Palio (anche in termini della gestione delle immagini) è fatto (non organizzato, ma fatto, cioè prodotto, messo in scena) da tre soggetti e non uno solo. 
Occorre poi ricordare che a seguito di quell’accordo è stato stipulato tra il Consorzio e la Rai un contratto triennale (2018, 2019 e 2010) per trasmettere la diretta tv a livello nazionale sulle frequenze di Rai2, senza interruzioni pubblicitarie e con un telecronista scelto dallo stesso Consorzio. E che quel contratto, a meno di una rescissione bilaterale, è tutt’ora vigente.La Giunta Comunale dunque, aggrappandosi a quella norma che recita: “riservandosi comunque di introdurre in futuro tutte quelle integrazioni e variazioni che potranno essere suggerite in materia dalle esperienze nel frattempo maturate e da nuove e diverse esigenze”, visto il diniego delle altre due parti in causa, ha preso le redini del comando, facendo valere un’autorità che nei termini dell’accordo non esiste proprio.  Appare chiaro a tutti che le integrazioni e le variazioni all’atto in questione non possa prevedere la risoluzione dell’atto. Con tale comma si è semplicemente tenuto aperta una finestra per modificare aspetti tecnici e pratici che eventualmente possano verificarsi in base appunto a “nuove esigenze”. Tale esigenze possono anche prevedere logicamente anche la variazione del punto 1 e cioè:
“E’ affidato al Consorzio, per tutto il citato periodo, l’incarico esclusivo della gestione delle immagini del Palio sia dal punto di vista tecnico che organizzativo e finanziario”. Qualcuno potrebbe affermare: “allora se è scritto così, il Comune può togliere di punto in bianco la gestione delle immagini al Consorzio”. Il problema è che quella parola “riservandosi” non è riferita al Comune di Siena ma bensì a tutte e tre le parti. Per capire questo semplice concetto basta andare a rileggersi l’inizio dell’accordo, in cui si dice che:

LE PARTI
Valentini Bruno, Sindaco di Siena, Bonelli Laura, presidente del Consorzio per la Tutela del Palio, Fabio Nicoletta On.do Rettore del Magistrato delle Contrade
Premesso (…..) Convengono quanto segue(…..)


Con questo schema anche un bambino può capire che non si tratta di un accordo nel quale il Comune rilascia il permesso di gestire le immagini al Consorzio, riservandosi la facoltà di variare o integrare l’accordo (che comunque sono verbi ben diversi da “annullare e cessare”) ma TUTTE E TRE LE PARTI che d’accordo convengono di affidare al Consorzio la gestione delle immagini. TUTTE E TRE LE PARTI avrebbero benissimo potuto scrivere di essere d’accordo nel rilasciare la gestione alla “Pinco Pallino spa” di Milano, tanto per intendersi.L’accordo dura tre anni, e se una delle parti nel frattempo avesse cambiato idea, non può far altro che aspettare la fine triennale del contratto ovvero il novembre 2020. Farlo prima, legalmente non pare proprio possibile.Il Magistrato ed il Consorzio (è scritto nella delibera della Giunta) non erano d’accordo, ma siccome questi enti intercontradaioli hanno storicamente un potere pressochè nullo sulle decisioni amministrative della città, abbiamo assistito ad una riedizione moderna della favola di Esopo del lupo e dell’agnello. Il comma richiamato dal Sindaco e dalla Giunta per interrompere il rapporto, insieme alle esternazioni dei due telecronisti (abbiamo sentito molto di peggio in questi anni) equivalgono all’atteggiamento strumentale del lupo per divorasi l’agnello, ovvero, quando qualcuno ha in mente di ottenere qualcosa e non è possibile farlo desistere con argomenti validi e convincenti.Resta da vedere come si riuscirà a gestire la comunicazione e la gestione delle immagini (che non è solo relegata alla diretta tv) in futuro. In mancanza di un rapporto di collaborazione come si riuscirà, a gestire ad esempio la richiesta di una emittente straniera di riprendere le immagini all’interno di una Contrada? Fino ad oggi l’emittente faceva richiesta al Consorzio, il quale dopo aver verificato l’ammissibilità della richiesta, “dirottava” le riprese in una determinata Contrada. E adesso, quando la struttura comunale indirizzerà la troupe verso un rione, quale sarà la risposta?
Ma il problema di fondo non è quello di decidere chi trasmetterà e gestirà le immagini del Palio, perchè in fin dei conti, un cambio di passo era da tutti auspicabile ma pur sempre in un quadro di collaborazione tra le parti. Il problema centrale è la rottura completa del rapporto di fiducia tra le Contrade e l’Amministrazione Comunale che si compie dopo 70 anni di collaborazione (dal sindaco Bocci ad oggi). Un’ultima riflessione va fatta sui prossimi passi che il Consorzio e il Magistrato dovranno affrontare. La scelta di un’azione legale nei confronti di questo atto d’imperio, operato dalla Giunta Comunale,  oltre che necessario è doveroso per poter mantenere un barlume di credibilità. Infine non parrebbe fuori luogo se da Via di Città partisse una lettera di dimissioni per rimettere in discussione l’operato di quest’ultimo anno.

Giovanni Gigli

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