Palio 2022, tra pandemia e protocolli

Il 14 gennaio scorso il Sindaco di Siena De Mossi ha convocato una conferenza stampa per la presentazione del “Protocollo equino 2022”, primo atto ufficiale del cammino che in tempi normali ci avrebbe portato allo svolgimento delle due carriere di luglio e d’agosto. Al di là degli aspetti formali delle novità del “nuovo” regolamento di selezione e addestramento, a dire il vero di poca rilevanza, l’occasione era propizia per sapere, da parte dell’Amministrazione Comunale,  circa lo stato dell’arte del lavoro svolto per individuare le modalità di svolgimento del Palio in questo terribile periodo pandemico. Naturalmente è difficile prevedere quale sarà la situazione tra 5-6 mesi data la natura oltremodo incerta dell’andamento della contagiosità virale, ma d’altra parte abbiamo il vantaggio di conoscere quale era la situazione lo scorso anno e prevedere, con buona probabilità, che questa estate 2022 non sarà peggiore, grazie anche agli effetti della vaccinazione di massa che ancora non c’era nel luglio 2021.
E’ proprio da questa considerazione che occorre progettare protocolli ed intese che coinvolgano Asl, Prefetto, Magistrato e Capitani. Un lavoro che abbia come obbiettivo finale quello di effettuare le carriere del 2022 in una prospettiva simile e non peggiore del 2021, un anno durante il quale abbiamo assistito ad eventi di partecipazione popolare abbastanza rilevanti, uno su tutti:  gli europei di calcio ed i relativi festeggiamenti. Un anno nel quale talvolta regolamenti, e decreti legge nel resto d’Italia, sono stati bellamente baypassati nella più totale indifferenza delle autorità e senza conseguenze.
In occasione della conferenza stampa, il Sindaco ha dichiarato che l’Amministrazione Comunale sta lavorando ad un protocollo specifico da condividere con il CTS (e con il Governo, aggiungerei, altrimenti non serve a nulla) “che permetta di disputare le carriere con alcune limitazioni”. Del contenuto di questo lavoro nessuno ne è a conoscenza, ma non possiamo di certo sapere quale attività si possa svolgere sottotraccia. Personalmente dubito che ad oggi vi sia un coordinamento tra tutte le parti in causa (Prefetto Asl, Magistrato etc.) diretto dall’Amministrazione Comunale.
Il Sindaco ha poi fatto accenno sulla proposta di emendamento presentata a settembre (e consegnata, pare,  al sottosegretario leghista Molteni) al decreto legge che regola le manifestazioni pubbliche all’aperto, inserendo un comma che salvaguardi il Palio. Dell’esito di tale emendamento a quattro mesi di distanza non sappiamo nulla e non è difficile ipotizzare che sia stato depositato nel cassetto dei buoni propositi.
L’unica fatto certo, ad oggi, è  l’approvazione dell’Odg  presentato dagli onorevoli Sani e Cenni, pubblicato negli atti parlamentari del 1 dicembre, nel quale  si impegna il Governo “a definire nell’ambito delle proprie competenze, coinvolgendo pienamente il Comune di Siena e le Contrade, un protocollo di sicurezza, che possa permettere compatibilmente con l’evoluzione della pandemia, lo svolgimento del Palio nel corso dell’anno 2022”. Tale protocollo, si legge, deve individuare “limitazioni compatibili con la storicità del Palio”. Su questa base occorre lavorare per avere un rapporto proficuo tra Comune di Siena ed il Governo. La strada è stata aperta e spetta all’Amministrazione Comunale agire in tal senso, attivando tutte le iniziative politiche necessarie. Le assemblee generali delle Contrade, seppure potrebbero  essere convocate, (ed in qualche caso è stato fatto), possono fare ben poco, se non a far sfogare i contradaioli e di conseguenza stimolare il Magistrato delle Contrade.
E’ altresì importante, in vista del periodo paliesco, di riattivare il calendario contradaiolo con l’organizzazione delle Feste Titolari e dei Giri in città che lo scorso anno sono stati effettuati solo da alcune Contrade. Anche in questo caso non si può non notare la diversità di trattamento, rispetto alle regole vigenti, con il resto della popolazione italiana. Mentre a Roma si svolgeva una Maratona con 7500 atleti liberi di andare come e dove li pareva e mentre in tutta Italia, nelle Piazze, nelle spiagge e in tutte le vie più affollate non si portava la mascherina, i monturati e i contradaioli erano costretti ad indossarla. Ecco un utile argomento che il Magistrato potrebbe già da ora occuparsi.

Giovanni Gigli