L’insostenibile leggerezza della mossa

E’ successo solo il 2 luglio 1991 ma non è detto che non possa accadere di nuovo. La rincorsa rifiuta, o meglio attende fino allo sfinimento, ad entrare tra i canapi, ed il Palio viene rimandato al giorno dopo. Tale situazione probabilmente rappresenta l’incubo di ogni mossiere ed è anche il simbolo della impotenza del suo ruolo. 
Dopo quell’evento i Capitani, d’accordo con l’Amministrazione Comunale, stabilirono una specie di “agreement”, un accordo, ovvero la famosa “interpretazione dei tempi della mossa”, che segue quella del 1972. E’ bene precisare che non è una norma inserita nel regolamento del Palio ma solo un accordo interpretativo tra Contrade e Comune che ogni anno va rinnovato, e non è neanche l’unico. Esistono altre norme o circolari che non sono integrate nel Regolamento, proprio per offrire al Palio la necessaria elasticità e non irrigidire in una gabbia di regole un Festa che può presentare di volta in volta situazioni nuove e imprevedibili. Sindaco e Mossiere, da questo punto di vista sono gli arbitri a cui tutti debbono sottostare dal momento dell’uscita dei cavalli dall’entrone. L’interpretazione del 1991, naturalmente, non risolve un bel niente ma mette in rilievo due fatti importanti. Il primo riguarda il momento dell’abbassamento dei canapi da parte del mossiere che deve avvenire quando “almeno l’incollatura del cavallo della Contrada di rincorsa verrà a trovarsi all’altezza del verrocchino”, principio presente anche nella direttiva del 1972 ma mai aggregata nel Regolamento del Palio, neanche nell’ultima versione del 1999. L’altro riguarda il potere del Mossiere di fermare la ricorsa: “La rincorsa può entrare quando il Mossiere ha fatto accedere tra i canapi la nona Contrada. Il Mossiere può solo fermare la rincorsa stessa qualora l’allineamento, nel frattempo, fosse stato compromesso o annullare la mossa ove, verificando modifiche nell’allineamento, non la ritenesse valida”. Interessante la precisazione del fatto che il Mossiere può solo fermare la rincorsa, quasi ad riaffermare il potere assoluto della rincorsa nel decidere la mossa. In caso di indugio della rincorsa si affida al mossiere l’arma spuntata del richiamo ufficiale. Arma spuntata perchè non ha effetto nell’immediato ma solo in fase sanzionatoria.
Nel 1991, in realtà, quando fu stipulata questa norma interpretativa, il richiamo ufficiale comportava un Palio di squalifica, tutti erano avvertiti in precedenza. Pertanto gli avvertimenti del mossiere che precedevano il richiamo ufficiale erano molto più efficaci di adesso. Il fantino sapeva che in quel caso subiva un Palio di squalifica, ed il Mossiere naturalmente doveva usarlo con parsimonia, solo quando la situazione si faceva ingestibile allungando ingiustificatamente i tempi della mossa. Negli ultimi anni invece si è persa questa automaticità della squalifica ed il mossiere potrà farne anche dieci o venti ma Assessori delegati diversi, possono dare sanzioni diverse per lo stesso numero di richiami.
Senza dubbio un passo indietro rispetto al recente passato.Il ruolo della rincorsa d’altra parte, è uno dei temi più dibattutti del Palio. Nel regolamento del Palio è una figura che non esiste, se non nella parte dove si descrive il meccanismo della fiaschetta che decide l’ordine ai canapi. Pertanto, regolamento alla mano, la rincorsa non esiste. E’ una forzatura che si è imposta divenendo consuetudine ma nessun comma del regolamento è stato cambiato in virtù di questa “innovazione” che dura da oltre 80 anni. La rincorsa esiste ufficialmente nelle regole del Palio dal 1972, con la famosa norma, si tratterebbe quasi di una facoltà non un obbligo. Tant’è che, come messo in rilevo dal Prof. Paolo Neri, (che ne auspica l’abolizione), una Contrada a cui è toccato il decimo posto, potrebbe in teoria chiedere di entrare tra i canapi come le altre nove. Nè il Sindaco nè il mossiere potrebbero opporsi a questa insolita ma legittima decisione. Naturalmente il Capitano che intendesse esercitare questo diritto dovrebbe precisarlo, per correttezza, al momento della segnatura dei fantini ed in quella sede dovrebbe avvenire il chiarimento.L’uso della rincorsa pare sia stata un’evoluzione naturale della mossa moderna. Tutti attribuiscono ad Angelo Meloni detto Picino la paternità dell’ingresso al canape della decima contrada appunto “di rincorsa”.
Picino però dette la stura a questa inevitabile evoluzione della mossa non dalla posizione di decimo ma dentro ai canapi. Infatti, entrata la nona Contrada, iniziava a forzare la mossa costringendo il mossiere ad abbassare il canape. In particolare nel Palio del 2 luglio 1928, il re della Piazza dell’epoca, la cui autorità di gestione della mossa era rispettata da quasi tutti i fantini, si beccò quattro Palii di squalifica “solo” per aver forzato la mossa. Una manovra che però lo portò alla vittoria nell’Oca. Nel 1930 invece, essendo di rincorsa, grazie al fatto che i fantini al canape ancora non erano esperti del “nuovo sistema”, colse tutti di sorpresa ed entrò lanciato. Alla Fonte era già primo e vinse nell’Onda senza problemi. Ma questa novità suscitò notevoli discussioni ed esposti in Comune e causò continui cambi di Mossiere ma alla fine si è imposta diventando consuetudine. La mossa comunque fino a quel fatidico Palio del 16 agosto 1969 non aveva i tatticismi di oggi e soprattutto non richiedeva troppo tempo per essere data valida. In quel Palio, Donato Tamburelli detto “Rondone” si prese diversi minuti per entrare, inaugurando di fatto l’era della moderna supremazia della rincorsa.. Un Palio senza rincorsa indubbiamente creerebbe molti più problemi. Immaginiamo quante mosse false e quante forzature (e quante polemiche!) ci sarebbero se tutti i 10 cavalli entrassero tra i canapi e fosse solo il Mossiere a decidere il momento giusto dell’abbassamento del canape. Adesso si sente dire spesso che il mossiere, in caso di ritardo della rincorsa dovrebbe abbassare il canape.
In questo caso, anche se la corsa del Palio una volta terminata non si potrebbe annullare e ripetere, commetterebbe solo un “tradimento” del famoso accordo, quando si dice che “Per quanto riguarda il tempo della rincorsa, la mossa è da ritenersi valida quando almeno l’incollatura del cavallo della Contrada di rincorsa verrà a trovarsi all’altezza del verrocchino”. Ma rimane il fatto che in definitiva, secondo l’art. 65 “Il Mossiere è il solo giudice inappellabile”, pertanto se desse la mossa con la rincorsa ancora fuori, pur non rispettando l’interpretazione del 1991, secondo me, ne avrebbe tutta la legittimità, soprattutto dopo un’ora di costanti avvertimenti (art.64: “E’ stretto dovere dei Fantini entrare prontamente tra i canapi nell’ordine di chiamata”). Altra questione sarebbe la gestione dell’ordine pubblico!L’avverarsi di questo evento (per adesso accaduto solo durante le batterie) riaprirebbe l’antica controversia dell’inappellabilità del Mossiere contrapposta alla discrezionalità della rincorsa, e forse renderebbe inevitabile mettere mano al Regolamento. Per finire una curiosità. Le buste a disposizione per la mossa non sono tre ma sei, considerando il fatto che se occorresse effettuare più di tre cambi dell’ordine al canape, vale l’ordine inverso delle altre tre. Giovanni Gigli