Laura Brocchi e il primo Palio fatto tutto in casa

Laura Brocchi il Palio lo ha sempre fatto. Sia a Luglio che ad agosto – chissà da quanti anni – c’è sempre stato un suo manofatto nella preparazione del drappellone: tutti gli anni l’alabarda, ed ogni tanto il piatto. E’ la sua bottega, da sempre, che prepara questi due fondamentali parti che rendono unico il nostro “Pallium”. Pertanto Laura passerà alla storia per essere la prima artista a dipingere il Palio e battere il ferro che farà nascere l’alabarda ed il Piatto. Pacchetto completo!
Come ci conferma lei stessa, non si avvarrà di nessun contributo di altri artigiani, come spesso è accaduto, pertanto sarà un Palio particolare, almeno per questo aspetto. Da buona senese qual è non si sbilancia minimamente per fornire anticipazione sull’opera, anche se non è difficile azzardare l’ipotesi di qualche inserimento di sbalzo, la sua tecnica preferita. E quando le ho chiesto di citare un paio di drappellone che le sono particolarmente piaciuti, ci ha risposto con involontaria “par condicio” Mitoraj (Tartuca) e Sassu (Chiocciola).
“In questi giorni – ci spiega – dal Comune mi hanno portato la seta, e seppure avessi già pronti alcuni disegni preparatori, la prima “pennellata” devo ancora realizzarla”.
Parlando di Palio, tradizioni familiari, masgalani (ne ha realizzati ben cinque), la voce di Laura rimane composta ma tradisce un’intensa emozione di fondo, ben nascosta, ma rovente, incandescente come la sua fucina, un luogo di una bellezza antica, ultimo avamposto di senesità pura.
Duecento anni di storia della ditta “Brocchi”, sono sulle spalle di questa donna di Salicotto, apparentemente esile, ma forgiata da una lega poderosa. Con il fratello Alessandro portano avanti una tradizione – l’arte del ferro martellato – che nel XIX secolo a Siena ha avuto momenti di enorme splendore, basti pensare alle opere che ci hanno lasciato, oltre ai Brocchi, le officine Franci e Zalaffi.
Laura è anche una perfezionista del lavoro, attenta dei particolari e studia con particolare scrupolo ogni fase della realizzazione di un’opera, il Palio, che equivale al sogno di una vita.
“Questa designazione non me l’aspettavo. E’ stata una bellissima sorpresa, e l’unico rammarico che ho è quello di non poterlo condividere con i miei genitori scomparsi troppo presto. Con mio babbo Mario ho avuto appena il tempo di imparare le basi di questo mestiere antico. Poi ho studiato e mi sono evoluta da sola, cambiando anche il modo di progettare e lavorare il ferro”.
Laura ha iniziato molto presto ad esercitare il mestiere di Vulcano, l’artigianato del ferro. A soli otto anni realizza una piccola opera, che espone alla mostra dell’artigiano femminile organizzata dalla Nobile Contrada dell’Aquila.
La dedica su cui dovrà realizzare il Cencio, come è noto, è quella del secondo centenario dell’inaugurazione del Teatro dei Rozzi. “Sono contenta di questa dedica – ci dice – perchè mi permetterà di avere molto più libertà di interpretazione rispetto ad un tema legato ad una personalità”.
Il prossimo Palio di luglio sarà per lei una tempesta emotiva forte, immaginiamo. I ricordi d’infanzia, l’amore e l’impegno per le cose di Contrada, la rabbia e la gioia interiorizzate con le esperienze di contradaiola, riaffioreranno tutte insieme quando il Carroccio farà la sua comparsa entrando sul Campo dalla bocca del Casato. E poi quando la sua creatura sarà calata lentamente dal Palco dei Giudici per essere affidata ad un popolo festante, sarà spontaneo guardare in alto e riabbracciare in un breve ma eterno momento coloro che dal cielo hanno guidato la sua mano.

Giovanni Gigli