Palio e magistratura, la tempesta perfetta

Per usare un termine tanto di moda, quella dei rinvii a giudizio nei confronti dei 69 contradaioli è stata una tempesta perfetta. Innanzitutto occorre precisare che non è assolutamente la prima volta (e non sarà l’ultima) che si verifica un intervento di questo genere da parte della Magistratura. Adesso però, quando si verificano i famosi cazzotti, vi sono due fattori importanti da tenere presente, rispetto al passato recente. Da una parte c’è un numero maggiore di persone che vi partecipano, e questo non fa che aumentarne il clamore, dall’altra vi sono elementi tecnici di sorveglianza molto più sofisticati che in passato. Nel passato, purtroppo, me ne sono dovuto occupare direttamente e pertanto ho sempre seguito questo tipo di vicende. Mentre a differenza di tanti senesi, non mi sono mai divertito troppo, anzi per niente, a rivedere i filmati dei cazzotti che in molti collezionano.
Ma ogni contradaiolo è legittimato a coltivare il proprio hobby paliesco preferito. Pertanto sono portato a dire, che a occhio, negli ultimi 25 anni vi sono stati almeno 200 rinvii a giudizio di contradaioli. Cifra stimata sicuramente per difetto. Fare una precisa analisi di tutti i casi non è semplice ma possiamo facilmente affermare che quando la Magistratura si è mossa è sempre stato in quei casi in cui la “tradizione paliesca” per come piace a noi definirla nell’insieme di regole non scritte, è stata, appunto tradita. Ovvero quando il Vigile, arrivato per dividere ha preso uno scapaccione, quando un alto Dirigente di Contrada è stato malmenato, oppure, come in questo caso, quando i cazzotti avvengono nel momento in cui i tempi della Festa sono conclusi (nel 1989 accaddero entrambe le circostanze).
A prescindere dal fatto che sono pienamente solidale con i 69 contradaioli, nessuno in questi giorni si è posto la semplice domanda: è definibile tradizione fare a cazzotti dopo lo scoppio del mortaretto quando c’è già una Contrada che festeggia? E’ tradizione impedire alla Contrada che ha vinto il Palio, di fare, come da rituale, il normale giro di Piazza per andare al Duomo o Provenzano? E’ sempre valido il detto “Chi perde ‘un cogliona e va a letto?”. Prima di lanciare risolutivi proclami come “il Palio è finito”, rispondiamo a questa domanda e riflettiamoci sopra. Nell’attesa leggiamoci anche l’articolo 101 del Palio, nella parte in cui recita: “Agli effetti punitivi l’Ente Contrada è responsabile dei deliberati del proprio Seggio, nonché degli ordini impartiti dal Priore o da chi ne eserciti le funzioni e dal Capitano, o suoi coadiutori, per tutto ciò che concerne la Festa del Palio. È altresì responsabile del contegno della propria Comparsa, del fantino e dei propri contradaioli quando sia stato tale da provocare incidenti o tumulti o da turbare il regolare svolgimento delle prove o del Palio, nonché di ogni atto o fatto che sia idoneo ad arrecare pregiudizio al regolare svolgimento della celebrazione in qualunque suo momento, tenuto conto del carattere indubbio di continuità che collega le fasi preparatorie, di svolgimento e di conclusione della celebrazione del Palio”. Per i fatti dell’agosto 2015 ricordiamolo, queste sono state le sanzioni definitive della Giunta:Onda – 1 palio di squalifica per fronteggiamento nel dopo Palio con la Contrada della Torre facendo uso di corpi contundenti: 1 censura per fronteggiamento con i contradaioli della Selva dopo la prima prova; Torre – 1 deplorazione per fronteggiamento nel dopo Palio con i contradaioli  dell’Onda; 1 censura per aver danneggiato un’ambulanza della P.A.; Valdimontone – 1 deplorazione per fronteggiamento con i contradaioli del Nicchio nel dopo Palio;Nicchio – 1 deplorazione per fronteggiameto con i contradaioli del Valdimontone nel dopo Palio.
Esiste poi un altro aspetto che viene spesso sottovalutato, ovvero la famosa “autoregolamentazione”. Si tratta di una promessa di intenti che a noi piace sventolare sempre in faccia ai nostri critici ed a coloro che devono procedere, essendo il loro lavoro, ad una indagine investigativa. Ciò, mi risulta, è stato ribadito anche in via informale in un incontro dello scorso inverno tra i diretti interessati. Nessuno però entra nel dettaglio della parola “autoregolamentazione”. Quindi proviamo a farlo. In soldoni, noi senesi, contradaioli e dirigenti diciamo alla Magistratura: “Lasciate fare a noi. Cercate di non intervenire perchè sappiamo noi come punire, allontare o richiamare coloro vanno fuori del seminato”. Ora, sarei curioso di sapere se ciò è preventivamente avvenuto, perchè francamente non lo so. Dall’altra parte l’Amministrazione Comunale dice la stessa cosa: “Lasciate fare a noi perchè poi, in sede di sanzioni sappiamo colpire duramente le situazioni che vanno fuori dal Regolamento del Palio”. Di questo non c’è bisogno che qualcuno mi informi perchè mi sembra che non sia proprio avvenuto, grazie alla mano morbida che sta caratterizzando tutta la gestione Valentini (vedi anche caso Columbu) e che sta provocando gravi danni al Palio stesso.Tentenna, tentenna, la Magistratura che fa? Che dice? A me pare dica: “Ma se non ci pensate voi che, oltretutto avevate detto di farlo, allora ci penso io.”. Questa è la tempesta perfetta. Più che una mia personale riflessione a me sembra la cruda realtà dei fatti. Ora, non voglio dire che se avessimo applicato la nota autoregolamentazione tutto ciò non sarebbe accaduto, ma di certo, non l’abbiamo fatto ed è accaduto. In tutta questa situazione dobbiamo metterci il carico di briscola dell’impalpabile presenza dell’autorità del Sindaco in termini di “moral suasion”, come dicono gli anglosassoni, e di controllo preventivo delle situazioni a rischio. Spiace fare i confronti, ma al di là dell’opinione politica di ciascuno, vi pare che l’ex Sindaco Piccini, a suo tempo si sia comportato nello stesso modo? Eppure, nel decennio ’90 dello scorso secolo, il Palio ha subito attacchi esterni ben più forti di adesso e dovuto affrontare problemi interni legati sopratutto alla tutela dei cavalli, ben più pericolosi per il futuro del Palio, di adesso. A parti invertite come sarebbe andata? Meglio non pensarci.
Giovanni Gigli