Tanto tuonò che piovve

Ci mancava proprio un Ministro della Repubblica Italiana e per l’appunto quello del Turismo per allungare l’elenco di coloro che nominano a sproposito il Palio di Siena con accostamenti, a dir poco, fuori luogo. L’imprenditrice di Lecco (amministratrice di società alimentari e di importazione di pesce) rispondendo ad una domanda di una giornalista ci offre l’opportunità di conoscere il suo pensiero di animalista (quando non ci sono interessi imprenditoriali di mezzo): “Ci sono troppe manifestazioni che comportano lo sfruttamento degli animali – ha detto la Brambilla – Se la Catalogna rinuncia alla corrida anche noi possiamo rinunciare a qualche palio che danneggia l’immagine dell’Italia e del made in Italy. Occorre valutare tutti i Palii  anche quello di Siena “. L’ha detta talmente grossa che vista la sequela di pareri opposti formulati dalla sua stessa corrente politica ha poi affermato: “mai proposto l’abolizione”. Lasciando perdere la base culturale del Ministro formatasi tra un concorso di bellezza e servizi giornalistici di approfondimento come quello visibile su youtube (http://www.youtube.com/watch?v=FtUXaCh-whM), il fatto non può non preoccuparci. Il sasso è lanciato. Una cosa giusta l’ha detta però la Brambilla. ha fatto riferimento ad una decisione presa dall’Assemblea parlamentare della Catalogna. Quest’ultima è una regione della Spagna dotata di forte autonomia che proprio poche settimana fa ha visto scendere in piazza un milione di persone a difesa del proprio Statuto in cui si fa chiaro riferimento alla definizione di “Nazione”. Se dunque Siena fosse nella situazione della Catalogna, la questione non si porrebbe ed il Ministro Brambilla potrebbe rivolgere le proprie attenzioni altrove. Per adesso, avendo aderito a suo tempo all’Italia unita Siena non può che riflettere sulla illustre sparata estiva. Quali sono i risultati ottenuti dal Comune di Siena e soprattutto dal Consorzio per la Tutela del Palio da quando gestisce i diritti televisivi (1994), in termini di immagine e diffusione della cultura del Palio, se neanche un Ministro della Repubblica sembra aver capito bene di che cosa si tratta se parla di maltrattamenti agli animali (una cane legato ad un palo) infilandoci anche il Palio? Non sarebbe giunto il momento di rivedere tutto l’apparato comunicativo dell’ente Contradaiolo?
Giovanni Gigli