Il Consorzio nell’era della globalizzazione

Il Consorzio per la Tutela del Palio di Siena nell’ultimo anno è stato protagonista di una impegnativa attività caratterizzata su vari livelli di interventi incontrando sia atteggiamenti di approvazione che di critica dal mondo contradaiolo. E’ per questo motivo che abbiamo deciso di incontrare il Presidente attuale Gianfranco Bimbi (Priore della Contrada Priora della Civetta) il quale ha gentilmente accettato di farsi intervistare insieme all’Amministratore Delegato all’immagine Senio Sensi ex Governatore della Nobile Contrada dell’Oca nonché Direttore del prestigioso periodico senese “Il Carroccio”. Analoga iniziativa la prendemmo nel 2001 andando ad intervistare l’allora Presidente Walter Munaretto. A dir la verità, questa volta, più che di un’intervista si è trattato di una discussione franca ed aperta considerato anche il nostro articolo sulle “bandierine di internet” publicato sul numero di giugno di “Murella Cronache” ed il piccolo  riquadro riguardante il Palio la diretta sul sito web “Rosso Alice” apparso sullo scorso numero del nostro periodico.  Questo punto, però, per illustrare meglio l’attività del Consorzio è opportuno ricordare che dal 14 aprile 2004 l’organismo intercontradaiolo si è dotato di un nuovo Statuto. La novità più sostanziale è rappresentata dal Consiglio di Amministrazione che può essere costituito da tre a sette persone e vi possono far parte anche membri che non rivestono la carica di Priore anche se è previsto che al momento della nomina la maggioranza dei membri debbono essere dei Priori in carica. Ma comunque ad eccezione del Presidente gli altri Amministratori possono proseguire il mandato (che è triennale e rinnovabile fino a tre volte) anche dopo la decadenza del titolo di Priore. L’attuale organigramma del Consorzio prevede, oltre che un vice Presidente (Duccio Nello Peccianti), un amministratore dell’ “area marchio” (Stefano Maestrini), uno dell’ “area immagine” (Senio Sensi) e tre consiglieri (Marco Lonzi, Alessandro Orlandini e Lorenzo Sampieri) oltre ad un Segretario (Gaetano Pierini). Come si può notare, attualmente i Priori in carica sono la minoranza (3 su 4) ma tutto ciò è compatibile con lo Statuto in quanto al momento della nomina la maggioranza era costituita da Priori in carica. Il ruolo degli Amministratori delle varie aree di competenza è molto importante in quanto possono “stipulare con tutte le clausole opportune, compresa quella compromissoria, modificare e risolvere, cedere ed acquisire per cessione, contratti e convenzioni di noleggio, trasporto, comodato, somministrazione, opera e altri aventi per oggetto prestazioni di servizi in genere, assicurazione, mediazione, commissione, spedizione agenzia e concessioni di vendita, deposito e anche con l’Amministrazione dello Stato, con Enti pubblici e privati, il tutto avente ad oggetto la produzione, distribuzione, commercializzazione dei beni”. In pratica le loro decisioni non possono essere annullate ufficialmente neanche dall’Assemblea dei Soci (i Priori delle 17 Contrade) la quale, eventualmente può solo non rinnovargli il mandato. Pare pertanto di capire che l’Assemblea dei Soci può intervenire nella competenza di una decisione riguardante un Amministratore solo se il Consiglio di Amministrazione pone l’argomento all’ordine del giorno, naturalmente ciò deve avvenire prima che la stessa decisione (ad esempio: firma di un contratto)  sia ufficialmente presa dall’Amministratore. La breve premessa sui rapporti istituzionali tra i componenti il Consorzio può apparire noiosa ma è importantissima per capire come si è evoluto dall’anno della sua fondazione (1994) ad oggi un organismo che ha dovuto modulare il proprio Statuto in una forma più moderna per favorire una maggiore efficienza di intervento.
Ma torniamo al nostro incontro nella sede del Consorzio che poi è la stessa del Magistrato delle Contrade. 
Come sapete meglio di me, la bandiera per il contradaiolo assume un valore simbolico ben diverso da un portacenere o un lumino con su stampigliato lo stemma della Contrada. La bandiera, più del tamburo, assume una valenza di assoluto rispetto in virtù della memoria e degli affetti che rappresenta. E così dopo un silenzioso lavoro di mesi all’improvviso il mondo contradaiolo compreso – come sembra –  i Priori, viene a sapere a cose fatte, che si possono acquistare su internet bandiere di 1 metro per 1 metro del tutto simili per colori e per stemma a quelle ufficiali delle Contrade. Ma davvero non vi aspettavate nessuna critica nessuna perplessità? Ma davvero si possono definire “strumentali” le critiche verso questa decisione?Sensi: In linea di principio il Consorzio deve fare in modo che tutto ciò che viene prodotto sia uguale al marchio registrato delle Contrade e salvaguardi la qualità del marchio stesso. Il concetto che una società commerciale di moda si rivalga su coloro che commercializzano abusivamente un loro prodotto riproducendolo identico è completamente rovesciato. Noi interveniamo in un vasto settore quale quello commerciale imponendo le nostre regole di salvaguardia a chi vuole confrontarsi con il mondo delle Contrade. Naturalmente l’analisi della controparte non termina nella comprovata fedeltà del marchio e del rispetto dei valori contradaioli ma va anche a esaminare la serietà e l’affidabilità generale di chi ci troviamo di fronte.Una domanda provocatoria: se io acquisto la bandierina della Tartuca su internet, considerato che non è quella ufficiale della Contrada posso esporla fuori della finestra di casa per tutto l’anno, dato che è stato dichiarato dal Consorzio nel comunicato stampa del 11 maggio che “gli oggetti in vendita non sono le bandiere ufficiali delle Contrade (di cui dispongono solo le Consorelle), ma né più né meno “bandierine” e “fazzoletti” identici, solo per formato, a quelle in vendita su tutte le bancarelle e negozi e quindi acquistabili da chiunque e per qualunque uso” ? Sensi: No, non puoi, perché, è in ogni caso, un simbolo della Contrada. Quando si afferma “per qualunque uso” si intende anche esporla, se uno vuole, fuori dalla finestra ma sempre rispettando il rituale contradaiolo. Quella in vendita su internet non è in nessun caso la bandiera ufficiale della Contrada ma un prodotto che secondo noi rispetta il simbolo e l’immagine da noi tutelati. Non hanno niente a che vedere con le bandiere di Piazza che sono diverse per dimensioni e per tipologia di tessuto utilizzato.Mi sembra di capire che l’unica discrimanante per non concedere l’autorizzazione sia il buon gusto come è anche scritto. Ma con questa logica si può rilasciare l’autorizzazione a vendere di tutto?Sensi: Noi valutiamo volta per volta  le richieste. Se non ci fosse la garanzia del marchio registrato tutti potrebbero farlo. Ma è così importante stipulare certi contratti? Voglio dire: noi abbiamo dalla nostra parte la registrazione del marchio e quindi, quando giungono certe richieste, possiamo rispondere o sì o no. Non siamo obbligati a rispondere per forza di sì.Bimbi: Tantissime volte abbiamo risposto di no, anzi le occasioni a cui abbiamo dato la nostra approvazione sonostate pochissime. Occorre considerare che negli ultimi tempi abbiamo preso atto che condurre un causa legale contro coloro che sfruttano a fini commerciali il Palio comporta molto spesso un iter molto lungo e travagliato che talvolta porta ad un nulla di fatto. Inoltre la diffusione mondiale del Palio e delle Contrade si è enormemente ampliata, basta fare una ricrca su innternet ed i risultati della parola chiave “Palio di Siena” sono centinaia di migliaia. Tutto ciò ci ha portato a riflettere sulla nostra strategia di intervento ed a considerare inadeguati gli strumenti con i quali abbiamo fino a ieri cercato di tutelare l’immagine del Palio e delle Contrade. Nei primi anni di attività infatti l’azione del Consorzio era rivolta soprattutto per fronteggiare la diffamazione, la cattiva informazione sulla nostra Festa oppure lo sfruttamento improprio ai fini commerciale come il famoso caso Gatorade. Oltrettutto quando partono certe campagne pubblicitarie ormai il danno è fatto e tutte le smentite e le ritrattazioni del caso ormai servono a poco. Allora abbiamo cominciato a ragionare in maniera diversa e come primo passo abbiamo registrato i “marchi” ovvero i simboli delle Contrade in Italia e ci stiamo attivamendo per la registrazione internazionale. Il marchio è un forte deterrente in termini di avvertimento per coloro che intendono iniziare una campagna pubblicitaria sfruttando il Palio. Inoltre abbiamo cercato di dare un’immagine di qualità in modo tale che coloro che intendono acquistare un oggetto legato al mondo contradaiolo possano farlo attraverso una serie di oggetti di alta qualità che rispettano in pieno gli standard da noi imposti. Quindi il passo successivo è stato quello di scegliere determinati prodotti commerciali tra tutti quelli che ci vengono proposti, in modo tale da attestare ufficialmente in questo settore la presenza del Consorzio. L’autorizzazione a vendere quel prodotto con il permesso del Consorzio posto ben in risalto automaticamente avverte un altro soggetto commerciale che senza quel permesso non si può vendere niente che abbia a che fare con il Palio e le Contrade. In questo senso la scelta di “Flagsonline” per la vendita su internet delle bandierine è stata perfetta in quanto corrispondeva esattamente a questa strategia: è una società che vende solo bandiere, sono prodotti di alta qualità ed è un sito di riferimento per coloro che vogliono acquistare bandiere di tutto il mondo. Quindi chiunque voglia vendere una bandiera su Internet non si scontra solo con noi ma anche con chi  è legittimato alla commercializzazione cioè Flagsonline. Ma se il Consorzio ha deciso una precisa strategia di ingresso nel mondo commerciale scegliendosi di volta in volta i partner perché non decide di divenire esso stesso soggetto che distribuisce e commercializza i propri prodotti? Che differenza c’è? In fin dei conti non ci sarebbe niente di negativo e di cui vergorgnarsi a guadagnare sui diritti goduti attraverso un brevetto, tanto più considerando che ciò avviene ugualmente con la diretta del Palio e con la concessione a terzi del diritto per la commercializzazione di oggettistica. Se dobbiamo vedere siti come quello della “Palio collection” sarebbe meglio fare da noi.Bimbi: Noi comunque non ci limitiamo a cedere l’autorizzazione dei diritti del marchio per un utilizzo a tutto campo. Noi seguiamo vogliamo vedere il protipo, vogliamo sapere con quale materiale si produce e talvolta esigiamo di vedere il prodotto finito. In ogni caso l’autorizzazione è solo per quel prodotto e non per altri. Inoltre il nostro mandato per il momento è solo quello della tutela e non quello per la vendita diretta. Non mi sento di escludere che in futuro si possa anche giungere a questa fase ma per il momento la struttura e gli indirizzi attuali del Consorzio non permettono la commercializzazione diretta. Comunque è bene considerare che di tutti questi prodotti a cui abbiamo dato il permesso (bandierine, borse e magliette della “Palio collection”) hanno una vendita piuttosto limitata, ci vuole insomma un amatore del Palio che sia disposto a spendere per un prodotto di qualità, una combinazione che non favorisce una vendita in vasta scala, cosa che a noi oltretutto non  interessa. A noi interessa, ripeto, avere la presenza del Consorzio su questo settore per ottenere un effetto deterrente ed essere obbligati a fare causa quanto meno sia possibile in quanto non sempre questo strumento coercitivo porta ai risultati sperati. Puntiamo soprattutto al messaggio commerciale che indirettamente può offrirci chi è autorizzato alla vendita che può affermare legittimamente: “state attenti che solo io ho il permesso di riprodurre questo oggetto perché il Consorzio per la Tutela del Palio ha dato l’autorizzazione solo a me”.Passiamo ad altro:  il Palio su “Rosso Alice” (il portale web di Telecom Italia). La diretta del Palio su internet risale al 1998 sul sito del Comune di Siena. Nel 1999 la tecnica di trasmissione viene migliorata ma si scatena una polemica sull’opportunità di tale scelta. Senio Sensi come Consigliere comunale è il portabandiera di questa critica, supportato dall’opinione di molti Priori sebbene per il Consorzio tutto è regolato da precisi accordi. Scrive Sensi (La Nazione, 27 luglio 1999): “Credo che sia giusta la tesi di chi vuol ridimensionare il ruolo dei media nel Palio e non di esaltarlo. Insomma occorre tenere un “profilo basso” e non, al contrario, cogliere tutte le occasioni per aprire sempre di più al mondo la nostra Festa”(…) Questo modernismo ad ogni costo è falso e nuoce alla nostra comunità.” Domando: oggi tutto questo non è più vero?Sensi: Tu mi parli del 1999. Sei anni dopo il ruolo di internet e gli operatori specializzati sono molti cambiati ed in qusto senso è cambiata anche la mia valutazione. All’epoca veniva mandato, seppure dal sito del Comune di Siena, la diretta del Palio senza nessun commento, senza nessuna cura di preparare l’utente finale ad una educazione paliesca. La professionalità e la serietà del portale  di “Rosso Alice” ci ha messo a completa disposizione degli strumenti altamente specializzati attraverso i quali abbiamo potuto preparare una serie di collegamenti curati da giornalisti locali che hanno potuto diffondere su internet un prodotto che tutela in pieno l’immagine del Palio proprio perché è controllato al 100% da noi stessi. Il fatto poi che si possa criticare la pagine web del limk sul Palio solo perché nella sezione “sport” non è giusto. A nostro avviso la sostanza e qualità del prodotto finale è ben più importante della copertina. Oltretutto noi stessi avevamo richiesto una “copertina” ad hoc per la nostra Festa ma ci è stato risposto negativamente. E’ stata, a mio giudizio una iniziativa straordinaria che ha riscosso plauso da tutto il  mondo contradaiolo e non. Ma allora perché non fare tutto questo da un portale web  dedicato al Palio di proprietà del Consorzio?Sensi: Attualmente mancano i mezzi e la disponibilità economica. “Rosso Alice” ci ha messo a disposizioni delle strutture di elevata qualità come meglio non si sarebbe potuto pretendere. Oltretutto qui c’è la possibilità che, grazie alla vasta diffusione tra gli utenti del sito di “Rosso Alice” , il marchio del Consorzio possa essere conosciuto in tutto il mondo. Io ritengo che abbiamo reso un grande servizio al Palio di Siena. Bimbi: Io voglio anche ricordare gli enormi risultati che ha ottenuto il Consorzio i collaborazione con il Comune dopo l’ultimo incidente di un cavallo avvenuto nel 2004. Gli attacchi degli animalisti, dopo un primo momento, sono stati ottimamente annullati grazie ad una intensa e capillare attività di informazione. E’ stato proprio lì che ha cominciato a funzionare tutto un meccanismo di comunicazione, di informazione, cercando di fornire la vera immagine della città e del Palio. Il Palio su internet nel 1999 poteva rappresentare un potenziale pericolo anche perché sarebbe bastata una occasione, un piccolo incidente, una immagine “messa male” per scatenare fuoco e fiamme. La soluzione non era togliere le immagine ma prepararsi anche per intenet nel dare all’esterno un’immagine di una città seria e responsabile come abbiamo fatto oggi.
Giovanni Gigli (da Murella Cronache, dic. 2005)