Magistrato, qualcosa è cambiato

Ho sempre pensato che sono le persone che fanno le istituzioni. Sono i singoli, attraverso l’azione, l’esempio. il coraggio, la capacità di rischiare, ragionare, dialogare  e prendere le decisioni che rendono valore all’istituzione di cui sono responsabili, e in quale modo ne aumentano il prestigio. Purtroppo all’interno del Magistrato, l’epoca di Fabio Pacciani è finita. Ce ne siamo accorti da tanti particolari. Il Rettore della Nobile Contrada del Bruco aveva guidato il Magistrato con la stessa lungimiranza e intelligenza con le quali aveva plasmato e cambiato la sua Contrada. Molteplici i segnali di questo cambiamento e che erano riusciti a togliere la più importante istituzione contradaiola  da un irrigidimento ormai più che decennale. Era stato l’uomo giusto anche per traghettare le Contrade fuori dal legame (non usiamo l’abusata parola groviglio, ma il significato è quello) con i cosiddetti poteri forti, in un momento di forte crisi economico-assistenziale della città. Non a caso non era un dipendente del MPS. L’iniziativa del Capodanno senese e la cessazione della visita nella sede di una banca per festeggiare Sant’Ansano era stata opera sua. Il microcredito contradaiolo e gli stage per i giovani erano stati realizzati sotto  la sua guida. Ora, spiace dirlo, ma qualcosa è cambiato. La gestione dell’invito della Regina, il muro opposto all’iniziativa spontanea dei tamburini senza proporre alternative di fronte al genuino entusiasmo di molti contradaioli, ed infine la non facile impresa di spostare l’annunciazione di Maria dal 25 marzo al 2 aprile. Un ritorno al passato di cui non sentivamo il bisogno. Come ai tempi di James Bond e delle bandiere vendute su internet. 
Giovanni Gigli